Baseball & Letteratura - E. Hemingway
Il baseball è uno degli argomenti preferiti degli scrittori americani. Prendiamo per esempio Ernest Hemingway. Nel 1948, l’autore de Il vecchio e il mare – splendido racconto in cui la passione per il baseball aleggia calda e malinconica – scrive a Lillian Ross – grande giornalista, per decenni al New Yorker – un suo personale consiglio sulla scivolata nel softball: “La scivolata minaccia di far male al difensore, è fonte di infortuni, e inoltre alza la polvere”. Un po’ di ironica polemica non bastava mai al buon vecchio marinaio e safarista; polemica sportiva reiterata e indirizzata al poeta T.S. Eliot, a mo’ di sfottò: “Non ha mai battuto una palla oltre l’infield in tutta la sua vita!”. Jacques Martin Barzun, disse, senza esagerazioni: “Chi vuole conoscere il cuore e la mente dell’America farebbe bene ad imparare il baseball. Barzun, docente di storia alla Columbia University lo sapeva bene, perché da francese immigrato, dovette avvicinarsi all’anima del baseball per far presa sui suoi studenti e capire meglio il tessuto sociale del suo paese d’adozione. Sinclar Lewis definì l’old game – come lo chiamano gli americani – “di importanza eterna, come il Partito Repubblicano”. Qui c’è un leggero sconfinamento politico, ma è sufficiente per capire quanto il baseball abbia avuto peso sulla storia americana. Ma il baseball non è solo motivo d’orgoglio e obbligata citazione, rappresenta anche fonte di grandi opere letterarie come Underworld, di Don De Lillo, dove la pallina del famoso fuoricampo di Bobby Thomson, che fece vincere le World Series del 1951 ai New York Giants contro i Brooklyn Dodgers, raccolta da un bambino intrufolatosi al Polo Ground, è il pretesto, attraverso un memorabile passamano a cavallo dei tempi, di raccontare tutta la moderna storia americana e non solo. Inoltre il migliore racconto di Gay Talese, è proprio dedicato al baseball, e in particolare alla vita di Joe Di Maggio: La silenziosa stagione di un eroe. Anche il grande Philip Roth ha dedicato al baseball uno dei suoi migliori libri e guarda caso si intitola Il grande romanzo americano, sospeso tra spy story, denuncia sociale e pastiche umoristico. Lo scrittore newyorkese ha affermato: “Non bisogna dimenticare che il baseball ha avuto una parte determinante nella giovinezza di molti di noi. Prima dell’avvento della televisione il racconto orale delle partite ascoltate via radio era qualcosa di mitico, qualcosa che ci è rimasto dentro per sempre”. Infine, anche uno scrittore spinoso come John Updike sembra commuoversi quando parla di baseball: “Gli scrittori sono tipi strani, hanno strani rapporti con i sentimenti, i propri e quelli degli altri. Il baseball, con la sua coordinata sequenza di pause e azione, il suo campo visuale, grande e piccolo allo stesso tempo, la sua matematica appassionata, sembra l’ideale manifestazione di questi sentimenti.” (Ignazio Gori)