Giocatore italiano

Conti Bruno


Nato a Nettuno (Roma) il 13-3-1955. Nazionale di calcio e attaccante della Roma, campione del mondo con la nazionale italiana in Spagna nel 1982. Iniziò l’attività sportiva come lanciatore dei giovani del Nettuno. Era così promettente che gli prospettarono la possibilità d’andare a giocare negli Stati Uniti ma optò per il calcio. E’ rimasto un appassionato di baseball: i suoi figli giocano entrambi nei “ragazzi” di Nettuno.

CALCIO E BASEBALL: BRUNO CONTI

di Ignazio Gori

Cruijff non è stato il solo campione a dover scegliere tra il calcio e il baseball. Come da lui stesso ammesso, con un filo di commozione negli occhi, anche il nostro Bruno Conti si è trovato di fronte a questo bivio e di certo non lo deve aver fatto a cuor leggero; anche se i tifosi della Roma e di tutto il calcio italiano ringraziano questa scelta “forzata”.

Perché “forzata”? Perché Conti, nato il 13 Marzo 1955, nettunese doc, ruolo ala, scudettato con la Roma nel 1983 e campione del mondo con la mitica, indimenticabile nazionale di Enzo Bearzot ai Mondiali del 1982, prima di maturare una concreta idea di carriera calcistica, era una promessa del baseball, un abile lanciatore mancino. Come molti ragazzi di Nettuno, anche Brunetto d’inverno giocava a calcio e d’estate si infilava il guantone. Ha così iniziato a giocare nella società Black Angels-S. Francesco, per poi essere addirittura convocato dalla Glen Grant Nettuno per un gara di Serie A durante il campionato del 1969. A soli quindici anni gli capitò una grande occasione. Alcuni scout americani, spesso di casa nella “Città del Baseball” tirrenica, e precisamente dell’Università di Santa Monica (CA), avevano infatti notato le abilità del piccolo ma potente pitcher mancino. Ma la famiglia non se la sentì di spedire il ragazzo in America, scelta che senz’altro ha contribuito ad indirizzare verso il calcio il talentuoso motorino, il quale esplose presto nel Genoa e … poi il resto della favola la si conosce.

Con 402 presenze e 47 reti Bruno Conti è considerato una delle più fulgide leggende della storia della A.S. Roma, ma forse, quel guantone impolverato, appeso al chiodo, stinge di languore. In una intervista rilasciata nel 2019 al sito www.forzaroma.info si è così espresso: “È chiaro che giocando a baseball, grazie al mio grande maestro Alfredo Lauri, che era un lanciatore come me, l’ho visto sempre come uno sport di inventiva. Mi ha insegnato la palla lenta, la curva, il drop. Un po’ come la finta a rientrare nel calcio. Insomma ci vuole intelligenza ed inventiva in tutte e due gli sport. (…) Non mi perdo mai un competizione di baseball.” Certo, nessuno potrà mai sapere se, trasferitosi in California … ma questo poco importa, sta di certo che Bruno, come Alberto Sordi in Un americano a Roma, la sua America ce l’aveva sotto casa.

Per quello che ha sportivamente rappresentato per la città di Nettuno e per il calcio italiano, e soprattutto per l’orgoglio nel rivendicare il suo primo amore per il baseball, Bruno Conti andrebbe senz’altro inserito nella Hall of Fame del baseball nettunese. Perché di Bruno ce n’è uno, tutti gli altri son nessuno! 

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