Galasso Bob
BOB GALASSO
Il profeta della Pennsylvania
di Ignazio Gori
Nato a Connellsville, in Pennsylvania, il 13 gennaio 1952, ha giocato 3 stagioni in Mlb, dal 1977 al 1981. Seattle Mariners, Milwaukee Brewers e ancora Seattle. Formidabile lanciatore destro, ma sinistro alla battuta, in sui diamanti major ha collezionato 55 presenze sul monte, con un record di 4 W – 8 L – 4 S, con 87 K e una media ERA (PGL) di 5.87. La sua carriera in patria dice anche 13 stagioni nelle Minors, di cui 8 in Triplo A. Ecco, questa è la premessa statistica, ma sarebbe troppo semplicistico e riduttivo fermarci, perché Bob Galasso è stato un eroe, e non esagero, soprattutto dall’altra parte dell’Oceano Atlantico.
Provate infatti a chiedere in giro a Nettuno, la piccola capitale del baseball italiano, chi sia, o cos’ha fatto. Non è un nome comune, visto che ha rappresentato il Profeta che indicava una nuova via. Anzi, un ritorno, atteso 17 lunghi anni. E nel baseball gli anni si temono più che negli altri sport, ci sono sempre maledizioni dietro l’angolo da sfatare.
Provate a evocare solo una data, il 4 Novembre 1990. Le emozioni di quello scudetto, conquistato dalla Nettuno targata Scac nel covo dei Pirati di Rimini hanno il sapore epico della storia, e ora si possono rivivere, surrogate, tramite un video sbiadito caricato su YouTube. Ma chi c’era non può dimenticare. Chi era allo stadio non lo dimenticherà mai quel duello durato 9 tesissimi inning tra Bob e Pete Falcone, altro grande lanciatore oriundo. Era ovviamente Gara 7 della serie scudetto e il 3-2 finale per i tirrenici suggellò per Galasso una stagione superlativa, condita da 16 vittorie e 1 sola sconfitta, e bisogna dire, che era arrivato a stagione inoltrata.
Giampiero Faraone, manager di quella squadra, che comprendeva altri assi come Bagialemani, Ubani, Ransom, Ricci, Trinci, De Franceschi … non esiterà a sostenere che fosse stato il biondone americano la svolta di quella stagione vittoriosa, prolungata l’anno successivo con la conquista del titolo europeo, all’European Cup di Parigi. Protagonista di quell’evento? Sempre il Profeta redentore, che con una vittoria ai danni dei fortissimi Haarlem Nicols, si rivelò fondamentale per la vittoria finale.
Ma che tipo era Bob Galasso, cos’è, oltre alla classe nel baseball, a renderlo ancora degno di tanto onore. La sua aria seria ed elegante da gentleman britannico, difficile da avvicinare, eppure seppe entrare nel cuore dei tifosi del “Bronx” nettunese come pochi altri, italiani compresi, seppero fare. Era sempre disponibile e mostrava una certa affascinante “umanità”, tipica di chi è inviato dal destino; una propensione alla gentilezza che inteneriva, cozzando con il suo fisico alto e imponente.
Poi arrivò anche lo scudetto del 1993, in finale contro il Rimini, con Jessie Reid, il bomber delle Hawaii a far da mattatore, eletto meritatamente MVP di quella incredibile stagione, con numeri da capogiro: 18 “pepitoni” e 42 RBI, con una media al box di .426 (sic!). Ma c’era sempre il Profeta silente, a proteggere tutti, sul monte. Dispensatore di fiducia, ha sempre avuto una grande stima dei suoi compagni e considera la sua esperienza italiana quasi una benedizione. Con lui a tenere il timone, una squadra del genere, Ricci, Trinci, Bagialemani, De Franceschi, Ubani, Barboni, D'Auria, Catanzani, Ciaramella, Ransom, e poi anche Jessie Reid … avrebbe senz’altro potuto competere a buon livello nelle Minors. E non voglio essere blasfemo. È solo una mia trasognata teoria da tifoso.
Perché i ricordi sono contagiosi, come le belle malattie.
Ecco perché fu grande il dispiacere a Nettuno quando Bob dagli occhi di ghiaccio se ne andò dalla corte del Tritone. Intrighi dello sport, ma se lo ami, devi sottostare alle sue regole, accettare il dolore, far tesoro dei ricordi, e come dicono in America “Thank you for the memories…”. Ma come si fa a non essere romantici col baseball? Come si fa, anche a distanza di tutti questi anni, quasi trenta, a dimenticare il Profeta?
È quasi impossibile. Come Maradona a Napoli, le volte che Bob Galasso ha voluto far ritorno in visita nella “sua” Nettuno, è stato popolanamente sottoposto a delle passerelle festose e nostalgiche. Nessuno ha dimenticato quei 9 inning che hanno riportato il tricolore a Nettuno dopo 17 anni. Quel 4 Novembre del 1990, allo Stadio dei Pirati di Rimini, dove inizia la via Emilia e i sogni del baseball …