Ghermandi Cesare
CRONACHE DI UNA VITA NEL BASEBALL
di
FRANCO LUDOVISI
Stiamo parlando di uno dei momenti più belli della mia vita nel baseball: sono in Nazionale a 24 anni, sono in campo a suggerire nella partita in cui battiamo l’Olanda per la prima volta ad Utrecht, gioco ed ottengo pure un “cappotto” contro la Spagna, sono in compagnia di veri amici con cui faremo il baseball in Italia, sono allenatore di una forte squadra di massima serie, le Fiamme d’Oro, faccio il servizio di leva giocando il mio sport preferito, sono per la prima volta all’estero per un lungo periodo: cosa vuoi di più?
CESARE GHERMANDI era una forza della natura: tutto quello che faceva nel baseball lo faceva perché gli veniva naturale; non doveva impegnarsi più di tanto per battere potente, per lanciare forte e preciso, per correre con efficacia sulle basi con tempismo assoluto; difendeva ottimamente all’esterno con grandi prese ed ottimi rilanci: ecco perché era nella rosa della Nazionale. Ma a lui, a differenza di noi altri, interessava poco la prestazione; lui amava divertirsi anche giocando. E giocava anche fuori dal campo e lo dimostrò nell’episodio citato assumendo pose da culturista smaliziato e dilettandosi assai nel farlo.
La mia prestazione - che mi valse il posto d’onore - venne di conseguenza, perché feci da spalla a Cesare che si esaltò al confronto col suo ex allenatore in Fortitudo.
Poi il secondo posto, forse, era anche meritato se NOVELLO NOVELLI - il nostro amatissimo massaggiatore che di atleti se ne intendeva - quando gli chiedevo un po’di sollievo per il mio povero braccio mi teneva in piedi durante il massaggio, mi dava qualche delicata passata delle sue ottime mani sui muscoli, per finire con un commento positivo sulla conformazione della mia schiena.