Punaro "Raffaello" Ralph
(Articolo di Luca Talotta per la testata giornalistica "Milano Sportiva")
Nato a Los Angeles il 5 aprile 1949 da genitori italiani (originari di Potenza), Punaro ha giocato ruolo interbase, cresciuto nell’ UCLA di Los Angeles dove si è laureato in educazione fisica. Ha esordito nel campionato italiano a Milano il 14 aprile 1973 in Milano-Grosseto 1-2. Con la squadra milanese ha giocato 69 partite nei campionati 1973-74.
Punaro, come Phares, ma anche come Runk e come il bollatese Pillow, faceva parte di un gruppo californiano da cui arrivarono a Milano fior di giocatori. I primi veri stranieri ingaggiati per giocare a baseball e , nel caso di Ralph, anche il primo oriundo della storia del Milano, ma anche uno dei primi ad approdare in Nazionale con cui disputerà 6 partite.
Era il 1973 quando sbarcò alla Malpensa questo ragazzo di 24 anni, fisico non straordinario ma talento da vendere. Un Passarotto in fotocopia, per intenderci, anche nelle caratteristiche di gioco. Interbase velocissimo, dotato di grande tecnica ma anche di una grande potenza nonostante la struttura brevilinea. Oriundo di seconda generazione, nonni arrivati in America da Potenza, ma lui nato (nel 1949) e cresciuto nella Los Angeles del dopoguerra. Approdato in Italia in sordina, sembra non convincere subito, ma Phares lo conosce e lo attende. Tempo qualche partita e Punaro esplode, proprio nel derby, con due fuoricampo nella stessa partita: uno subito al primo turno su Teddy Silva, l’altro più avanti su Paolo Cherubini. Non due qualunque. L’Ausonia vince 9-5, Phares se lo coccola, a Milano sono certi di aver trovato l’uomo giusto. Ma manca ancora una cosa: il passaporto italiano, che arriva solo a metà stagione e che consente finalmente a Punaro di poter lanciare, perché allora il monte per gli stranieri era off limits: Ralph diventa così Raffaello e il Milano comincia a girare a meraviglia. Con Punaro, Passarotto e Spinosa il diamante è una garanzia, non solo, ma Ralph e Carlito si alternano anche sul monte di lancio. Qualcuno scrive che se la burocrazia fosse stata meno lenta, l’Ausonia avrebbe potuto contendere lo scudetto al Nettuno, invece fa solo in tempo a batterlo sul Tirreno proprio grazie al debutto di Raffaello da pitcher, entrato dopo due inning come rilievo di Brambilla e capace di concedere a Faraone, Costantini e compagni una sola valida. Settanta lanci in 7 riprese, dice la Gazzetta del tempo, 22 battitori affrontati, un singolo di Mirra e una base ball.
Una stagione fantastica per Punaro, che grazie al nostro passaporto entra anche nella Nazionale che affronterà la prima coppa Intercontinentale: lui e Sal Varriale gli oriundi in una grande squadra che ruotava attorno a Castelli, a Rinaldi, a Laurenzi, a Bazzarini, a Vic Luciani, con cui Raffaello faceva coppia al centro del diamante anche nella partita che a Parma ci regalò la prima storica vittoria proprio contro i suoi Stati Uniti.
Attorno a lui il Milano cerca così di costruire la squadra da scudetto per l’anno successivo. Torna l’Europhon come sponsor, arrivano altri giocatori di peso (da Bazzarini a Bonfonte), e Phares si ritrova a guidare una squadra fenomenale, anche se poi non sarà in grado di tenerla sotto pressione fino in fondo e, dopo la sosta di agosto, il sogno tricolore finirà in fumo al Kennedy contro il Grosseto. Per Ralph l’avventura italiana si chiude qui, dopo due stagioni riassunte da numeri straordinari: 70 partite giocate, 19 fuoricampo, 391 di media battuta, 1.84 di media pgl in una settantina di inning lanciati a cavallo di due campionati. Però, “non si vive di solo baseball”, diceva, e infatti torna in California per iniziare la sua avventura di professore di educazione fisica e poi di coordinatore tecnico in vari college, insegnando non solo il nostro sport, ma anche il basket e il football. Tanti ragazzi e tante ragazze cresciuti sotto la sua guida, tanti ex studenti che adesso lo piangono e lo ricordano come persona amabile, uomo di grande disponibilità.
Lo stesso modo in cui lo ricordano tutti quelli che l’hanno conosciuto o lo hanno avuto come compagno di avventura qui in Italia. Anche se per un periodo troppo breve. Di certo con Punaro se ne va uno dei più grandi talenti visti al Kennedy nella lunga storia del Milano.
Punaro è morto nel maggio 2014.
Statistiche: AB 286, BV 107, HR 19, PBC 73, MB .391, PGL 1.84