Società

Inter


Società milanese fondata nel 1947 col nickname di “Little Yankees”, su iniziativa di Ruggero Rossi, Renato Porrati e Mario d’Orio, che fu il primo presidente del club. La formazione nacque sul campo di via Piranesi, dove Max Ott (al secolo Mario Ottino, 1905-2000, considerato il “padre del baseball italiano”) fece i primi esperimenti di baseball. Nel 1948 i Little Yankees furono protagonisti assieme al Milano del primo storico incontro del baseball italiano, terminato con l’anomalo e rocambolesco punteggio di 24-24. Nel primo campionato nazionale ufficiale si classificarono terzi; nella prima partita in assoluto, giocata il 3-10-’48 a Cesano Boscone (Milano), vennero sconfitti per 25-14 dalla Libertas Bologna.

Nel 1949 si assunse il nome di “Inter”, che rimase quello definitivo. Nessuno conosce l’origine del nome, forse la maggior parte dei giocatori era di fede calcistica nerazzurra. Nello stesso anno, il nuovo presidente, l’enigmatico dottor Galeone, diede un nuovo impulso alla compagine, che divenne senza dubbio la migliore squadra cittadina. Nel 1955 infatti giunse terza in campionato, dietro le inarrivabili Lazio e Nettuno. Tre anni dopo, nel 1958, sfiora addirittura lo scudetto, classificandosi seconda, dietro i cugini del Cus Milano; il secondo posto resta comunque il miglior risultato dell’Inter in campionato, risultato bissato ne 1963 (dietro il Nettuno) e nel 1969 (dietro la Montenegro Bologna). Negli anni ’50 intanto nasce il connubio tra l’Inter e la Libertas, l’ente di promozione sportiva che resterà al fianco dei nerazzurri fino agli anni ’70; questa fase vedrà molti protagonisti, tra i quali Manca, Cantoni, Folicaldi, Zaino, Sergio e Giancarlo Mangini (che saranno rispettivamente presidente e manager del club), i fratelli D’Odorico e il manager-giocatore americano Jimmy Strong. Nel 1959 (finita 12° e ultima) l’Inter retrocede in Serie B, per tornare nella massima serie un paio d’anni dopo, targata GBC, Noalex e Standa, compagini che vivono un periodo d’oro. Negli anni 1960 l’Inter vive spasmodicamente il triplice duello milanese con l’Europhon e la Pirelli, calando gli assi Fraschetti e Mally, Paschetto e Gandini, Carmignani e i fratelli Cardea, Clerici e Buschini … e soprattutto il catcher afroamericano Davis, che purtroppo nel 1969, con una clamorosa fuga negli Stati Uniti a metà campionato, fece sfumare il sogno Scudetto.

Gli anni ’70 segnarono la decadenza di questa società. Nel ’72 si decise per l’auto-retrocessione, ovvero ripartire da zero in Serie D, sotto l’entusiasmo di Emilio Tommasini e Pino Saibene, il quale resterà presidente del club fino al 1982. La squadra risale in Serie B (1976-1980) e nel ’82, mentre alcuni dirigenti optano di confluire nel Milano, altri trasportano la società in provincia e stipulano una fusione con il Seveso (Monza), dando vita all’Interseveso, per ripartire dalla Serie C.

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