Società

Novara


Società fondata il 28-10-1967 in via Don Bosco 9, a Novara, sotto l’impulso di Giuseppe Guilizzoni, Francesco Chiaretti, Giulio Genocchio (presidente per 15 anni) e Paolo Bossi con la collaborazione di Antonini, Calcaterra, Liverziani, Maccagnani, Mogna, Mongrandi, Moretti, Ranzini, Rossini e Sguazzini. Dal ’68 al ’70 ha militato nei gironi piemontese e lombardo di serie D. Nel ’70 vince il suo girone dopo uno spareggio con l’Avigliana, partecipa alla poule finale con Black Angels Nettuno, Giants Lodi e Cus Trieste ottenendo la promozione in serie C.

Dal ’71 al ’73 gioca in serie C girone A (Piemone-Liguria-Lombardia). Nel ’73 viene promossa in serie B.

1989 - Serie A1

1990 - Serie A1

1991 - Serie A1

1992 - Serie A1, vittoria coppa Italia

1993 - Serie A1, partecipazione alla Coppa delle Coppe disputata a Madrid

1994 - Serie A1

2007 - Serie B

2008 - Serie A2

2009 - Serie B Federale

2010 - Serie A federale

2011 - IBL 1st Division

2012 - IBL 1st Division

2013 - IBL 1st Division

2013 - Under-21 3° Semifinale Scudetto di categoria

2013 - I.B.L. 2nd Division 2º posto

2016 - IBL 1st Division

2017 - IBL 1st Division, finale coppa Italia

Nel palmarès colleziona due Coppe Italia vinte nel 1983 e nel 1992. Nel 2009 firma un accordo con l'Avigliana Baseball, ma il progetto di franchigia fallisce, quindi Novara aderisce alla nuova franchigia United con il Senago-Milano[2].

Dal 2011 al 2013, Novara si è iscritta all'Italian Baseball League. Dopo due anni di assenza, nel 2016 è tornata a militare nel massimo campionato di Baseball Italiano, disputato per l'ultima volta nel 2017

Numeri ritirati nel 2017 (articolo di Lino Antonioli dalla pagina primanovara.it)

I numeri di maglia ritirati sono 1, 7, 11, 12 e 23.Il numero 1 veniva indossato dall’esterno e ricevitore Paolo Bossi, tra i fondatori del sodalizio e oggi curatore dell’archivio storico della società. «Il numero vuole anche accomunare nel tributo i tanti “numeri 1” – ha fatto sapere Paolo Bossi – cioè i pionieri, che in pochi anni dalla nascita della società con il primo campionato disputato nel 1968 sono stati protagonisti delle promozioni che hanno portato il Baseball Novara dalla serie D alla massima serie».

Il numero 7 è il numero storico di Beppe Guilizzoni, anima del Baseball Novara ininterrottamente per 50 anni e tuttora sulla breccia.

Il numero 11 era sulla casacca di Italo Fini, giocatore del Novara per venti anni consecutivi dal 1975 al 1994, ed era lo stesso numero vestito in precedenza da Francesco Chiaretti, uno dei fondatori del sodalizio ed in seguito anche dirigente della Società.

Il numero 12 ricorda Guido Liverziani, interbase, prematuramente scomparso e carismatico capitano della squadra nei primi anni della storia del Baseball Novara.

Il numero 23 contraddistingueva Aldo Sacco, che per moltissimi anni ha difeso i colori azzurri in diversi ruoli.

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ADDIO A GINO SANTERCOLE, UN AMICO DEL BASEBALLdi Paolo Bossi

Ci ha improvvisamente lasciato, l’8 giugno scorso, il cantante, musicista e attore Gino Santercole. Un amico del baseball, persona gentile, di grande simpatia e comunicativa. Era nato nel 1940 in via Gluck a Milano, in una casa vicino a quella di suo zio Adriano Celentano. Nel 2016, un incontro in un bar di Milano con alcuni pionieri novaresi, aveva svelato i retroscena delle sue esperienze con il baseball: “uno sport che mi ha salvato la vita – disse – nel senso che m’ha trasmesso importanti valori”. Nei primi anni ‘50, quando i “Leprotti” di Beppe Guilizzoni scorrazzavano non lontano, nel milanese rione Canonica, Gino e gli amici della via Gluck si innamorarono del baseball vedendo il film “Quando Torna Primavera” nel vecchio cinema Tonale. E così, alla domenica, andavano sino al Giuriati o al Forza e Coraggio per vedere le partite delle squadre milanesi. Loro invece si divertivano in uno spiazzo all’inizio della via Gluck, con la lippa e con il baseball.

Il padre di Gino faceva il falegname e preparò una rudimentale mazza; anche il resto, dalle basi alle palline, era improvvisato. Ma li notò Carmelo Cantoni, un “nazionale” che giocava in serie A con l’Inter (abitava in fondo alla stessa via) e portò a quei ragazzi del materiale autentico, compreso il guanto da mancino che serviva a Gino. Il lucido racconto di Santercole proseguì: “Un giorno passò in bicicletta un certo Antonelli, segretario del gruppo sportivo Pirelli, che esclamò: volete giocare sul serio a baseball? La società Pirelli sta cercando dei giovani per allestire una seconda squadra. Fu un colpo di fortuna”. Così i “ragazzi della via Gluck”, 7-8 giovani sui 15-16 anni, vennero proiettati, dal 1955 al 1957, nel campionato di serie C. In seguito le strade della vita li portarono altrove. E per Gino, dopo quella “squadra” (una volta persino campione regionale) dov’era interbase, ecco i “Ribelli” e il “Clan” da chitarrista e cantante; poi via via, da solo, a comporre canzoni (anche per lo zio, come “Una carezza in un pugno”) e interpretare film.

E con la moglie Melù ad allestire spettacoli musicali. Senza dimenticare mai il baseball però. Come quando Gino andò a vedere una partita a Nettuno nei giorni della conquista della Luna, nel 1969 “rimasi conquistato io, non tanto dal baseball che conoscevo quanto dallo spettacolo di un pubblico straordinario” . In un altro momento fu invitato, come cantante e artista, in federazione a Roma: “Bruno Beneck in persona, che era un regista, doveva parlarmi di un certo spettacolo. Gli dissi: anch’io ho giocato a baseball. Notai qualche perplessità. Un addetto si assentò dall’ufficio e poi tornò trionfante: è vero, Gino Santercole è stato tesserato per tre anni! Uscii dal palazzo del Coni carico di magliette della nazionale, cappellini, gagliardetti. Conservo tutto, come il mio ultimo guanto da mancino acquistato da Brigatti e un paio di palline”. In quel bar di corso Magenta a Milano, Gino ci confidò nel 2016: “Vorrei tanto tornare a vedere una bella partita, magari proprio a Novara, se mi avvertite”. Così è stato nel 2017, il 7 luglio, quando si diede il via alle celebrazioni del 50° del Baseball Novara, con il ritiro di maglie storiche e una partita di cartello. Si pensò a Santercole quale ospite d’onore, anche per i suoi trascorsi pirelliani come Beppe Guilizzoni e per le tante conoscenze in comune.

Perfettamente a suo agio in mezzo a grandi personaggi dello sport, a politici e ai campioni della IBL, fu chiamato a lanciare la prima pallina dell’incontro Novara-Fortitudo Bologna (poi vinto dai novaresi). “Ho bisogno di accorciare un po’ la distanza – confessò con un gran risata – sono appena 60 anni che non faccio un tiro serio e mi sento un po’ giù di allenamento”. Quella prima pallina nel guanto del catcher bolognese resta l’ultimo atto di Santercole su un campo di baseball, sport che lui ha sempre amato. Addio, Gino. Citando uno dei tuoi successi, nel cielo brilla una “Stella d’argento”.

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15 Gennaio 2020

Lutto nel baseball novarese: addio a Lino Capuozzo, scomparso improvvisamente questa mattina all’età di 55 anni. Cresciuto nel Baseball Novara ha giocato a livello semiprofessionistico in varie squadre, fra cui Rimini, San Marino, Firenze, Mediolanum Milano, Torino, Junior Parma, conquistando numerosi titoli a livello nazionale ed europeo. Ottimo battitore, autore di fuoricampo in momenti determinanti, ha ricoperto diversi ruoli difensivi in qualità di utility facendosi sempre apprezzare anche per le doti umane che lo hanno contraddistinto.

Appeso il guantone al chiodo, Lino Capuozzo è rimasto fedele ai diamanti operando come istruttore, tecnico e come manager, trasmettendo la sua esperienza a giocatori più giovani.

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23 MAG , 2018

Articolo di  Beppe Guillizzoni

Gli anni ‘90 hanno visto passare nel roster del Novara autentici fuoriclasse, tutti provenienti dagli Usa. Sono stati i campionati dei Chadwhick (record dei K nel 1994 con 177 in 126 innings lanciati ), dei Landucci (campione d’Europa con gli Azzurri nel 1977 ), dei Balelo (di cui abbiamo già narrato ), dei Levasseur (buon interbase e ottimo istruttore dei giovani ) e di ED VOSBERG . Edward John Vosberg , per tutti Ed, è arrivato a Novara nel ’92 grazie al rapporto confidenziale del Novara con il pitching coach di MLB Brent Strom . Pitcher mancino nato nel 1961 , Vosberg è definitivamente diventato lanciatore nel suo periodo all’Universita’ di Arizona ( Tucson ) dopo aver iniziato come esterno in possesso di una mazza ‘pesante’ come poi avrebbe dimostrato anche in Italia . Ha debuttato in MLB nel Settembre dell’86 lanciando in totale per 5 innings . Dopo quell’esordio Ed ha girovagato nelle AAA degli stessi Padres, degli Houston Astros, dei Dodgers, dei Giants di San Francisco e infine nei Mariners . Nel 1999 ha avuto un ritorno in MLB come lanciatore di rilievo con i Giants lanciando per 24 innings in 18 partite . La prima parte della sua carriera in una franchigia di MLB ha termine nel Luglio del 1991 con i Seattle Mariners. Raccolto il suggerimento di Strom, Ed firma nel 1992 per il Novara e viene in Italia assieme a Tom Levasseur .

E’ l’anno della definitiva consacrazione del diciassettenne Claudio Liverziani nell’allora Serie A, anno in cui Ed, Tom e Claudio contribuirono al successo del Novara nella Coppa Italia battendo a Bologna in finale il Grosseto con appunto Vosberg sul monte per l’intera partita. Vosberg disputò un ottimo campionato sul monte terminando con 145 K in 123 riprese lanciate e 2.34 di PGL, ma soprattutto impressionò per il suo pick-off da mancino con cui eliminò nell’annata ben 19 corridori in prima.

Allora gli investimenti nei giocatori stranieri venivano sfruttati a fondo e non era raro vedere i lanciatori disimpegnarsi anche con la mazza. Ed terminò il campionato con un 319 di Media Battuta, 9HR, 2 tripli e 8 doppi. Mica male per un ex lanciatore di MLB! Il problema con lui non era tanto il chiedergli di battere quanto il pensare di lasciarlo in panchina a riposare dopo un’affaticante partita da lanciatore in piena estate. Vosberg lanciava la partita del venerdì sera, diverse volte per gli interi 9 innings, andava il sabato mattina in palestra con Levasseur per poi presentarsi il sabato pomeriggio chiedendo ‘’Oggi dove mi fai giocare?’’. Un grande esempio di professionalità per i giovani. Non si potrà mai dimenticare una vittoria per 4-3 sul fortissimo Parma di allora e non l’ha mai dimenticata l’amico Sal Varriale che in quella occasione era il suggeritore in prima per il Parma. L’allora manager del Parma, di cui tralasciamo per rispetto il nome, mandò irato Sal in panchina dopo il secondo out per pick-off sostituendolo lui stesso. Ebbene l’ultimo out del Novara che suggellò la vittoria fu un pick-off in prima Vosberg – Vegni . Sicuramente Sal fu quello che ne godette di più!

L’esperienza Italiana fu certamente corroborante per Ed che e’ solito dire ’’The experience playing in Italy was TREMENDOUS and made me BELIEVE I had a lot left if I ever will get another chance in the States’’. Dopo la sua esperienza in Italia nel 1992 , Vosberg è tornato a giocare nelle Minors per poi riaprire la seconda parte della sua carriera in MLB toccando la cima dell’iceberg nel 1997 con il trionfo nelle World Series con i Marlins. Dopo essere transitato nei Phillies e nei Diamondbacks Ed termino’ la sua carriera in MLB nel 2002 con i Montreal Expos.

Vosberg è uno dei tre soli giocatori di sempre , con Jason Varitek e Michael Conforto, ad aver avuto l’onore e la soddisfazione di aver giocato nelle World Series della Little League, nelle World Series dei College e nelle Major Leagues World Series . Recentemente mi ha scritto: ‘’In Italy I met some WONDERFUL people and I will always have a warm spot in my Heart for Novara and the people who made the summer of 1992 so MEMORABLE”.

Nel 2019 il novarese Giuseppe Guilizzoni è stato inserito nella Hall of Fame della FIBS. 

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